Talvolta, la scoperta di qualcosa di prezioso arriva solo se il destino ha deciso di mettere al posto giusto, nel momento più adatto, tutte quelle che con leggerezza usiamo chiamare coincidenze.
Forse, si tratta invece di qualcosa di più simile ad un riuscito cocktail da bravo barman: Tutti gli ingredienti, nelle giuste dosi.
Nel nostro caso, gli ingredienti furono: un vecchio scantinato impolverato destinato a concludere la sua gloriosa carriera per far posto alla sede dell’attuale banca; la curiosità di chi fu chiamato a svuotarlo; anche l’intuito nel capire di aver ritrovato un piccolo tesoro; un dirigente avveduto che non lasciò che quanto ritrovato finisse da un dimenticatoio ad un altro.
I documenti, la storia, le curiosità che potrete vedere e che raccontano un lasso di tempo che si perde nel lontano 1847, per arrivare fino al più recente 1981, giacevano impolverati nel Padiglione “N” dove sembravano destinati a passare inosservati, sminuiti dal brivido dei loro compagni di penombra: parti anatomiche conservate sotto formalina.
La curiosità umana e un po’ l’occhio lungo di chi si occupò di quelle pulizie secolari ebbero però il sopravvento, portando tutti quegli incartamenti dal buio dello scantinato in cui si trovavano, alla luce degli uffici dei coordinatori dei magazzini dove avvenne una prima catalogazione artigianale.
Si trattava, ve ne renderete conto, di un pezzo della storia del Santa Maria degli Angeli, un fondo archivistico sfuggito alla catalogazione complessiva, ma oggi quei documenti dimostrano di poter ancora raccontare qualcosa di interessante.
Un grazie, quindi, anche alla Provincia di Pordenone e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone che, con un importante contributo  economico, consentirono il complesso lavoro della ricercatrice Francesca Fioret.
Il suo certosino lavoro ridiede a quelle “carte” il peso specifico perduto e ad ogni interessato il filo giusto per arrivare al bandolo della matassa.
Tra i molti scampoli di storia, ecco alcuni curiosi aneddoti che vi potranno sembrare impossibili, come la norma che prevedeva il ricovero e sussidio limitato ad una sola donna per istituto (regolamento dei Pii Istituti e dell’Ospitale di Pordenone 1847).
Curiose comunicazioni riguardo il consumo di frutta e di caffè oppure attraverso le schede stipendio dell’epoca, potrete intuire perché, per generazioni, lo sposo perfetto per ogni mamma era il medico.
Questo e molto altro in un viaggio, non convenzionale, di circa cent’anni legato alla storia di un’istituzione che fu ed è innegabilmente, importante per la nostra città.

Allestimenti ed inaugurazione

Copertura dei Media

L’esempio di Torre nella sanità pubblica

Ringraziamenti